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Da Natale a Pasqua

  • 30/03/2008

Può sembrare il titolo di uno spettacolo teatrale, ma non lo è.

Perché siate al corrente delle bizzarre conseguenze che comporta il restyling di un sito web di un giornalista, vi racconterò le avventure di un lavoro che mi ha assorbito negli ultimi tre mesi, da Natale a Pasqua appunto.

Protagonisti della vicenda: un giornalista (il proprietario del sito web), un matematico (il figlio del giornalista), una webmaster (la titolare di questo blog).

Tutto inizia con un pranzo: si discute su come progettare il sito e vengono divisi i compiti.

Il piano lavorativo, oltre al restyling, prevede il cambiamento del server e del mantainer.

Si inizia: la webmaster comincia con la fase di web design, il matematico predispone lo spazio sul server, il giornalista avvia le pratiche per il cambio di mantainer.

Effettuato il backup del vecchio sito, settato lo spazio sul nuovo server e conclusa la fase di sviluppo, il sito è pronto per andare in Rete. Ma si viene a sapere che per problemi burocratici il cambio di mantainer non ha avuto succeso.

Difficile per un giornalista-blogger stare qualche giorno senza pubblicare post, soprattutto quando gli articoli sono di attualità e la situazione che si è creata è interessante.

Abbandonata la speranza di correre dietro al mantainer, pur di non perdere i propri lettori si cerca un ripiego. Si decide di prendere un altro dominio: .com? .eu? .net?

Non tarda ad arrivare la mail del matematico: “In pochi giorni si può prendere un dominio .doc”. Il giornalista abbocca all’istante: “.doc mi piace, mi ricorda un sito di documenti, ma era .net”. Allora il matematico resosi conto di aver detto una sciocchezza, in una mail successiva smentisce tutto.
Mah, forse quando ha scritto la mail stava aprendo un file .doc…

Nel frattempo la webmaster è in trasferta. Silenziosa legge lo scambio di mail e si fa qualche risata.

A entrare in gioco tocca a un famoso provider che sembra svanito nel nulla. E in questa vicenda è proprio il giornalista a farne le spese: si ritrova a non disporre più l’accesso alle sue caselle di posta elettronica.

Non c’è dubbio, i trackback intimoriscono. Più i siti si mandano trackback, più il panico si diffonde tra il proprietario del sito, che non sapendo se cancellandoli si rischia di eliminare post interi, e chi pensa (il matematico) che la webmaster, non avendo niente di meglio da fare, si sia divertita a scaricare i post di WordPress 2.0 e li abbia caricati compatibili con l’ultima versione… per di più nel vecchio sito. Ma resosi conto di aver detto l’ennesima baggianata si scusa dell’accusa ingiusta.

Come se tutto ciò non bastasse, ci si mette l’indirizzo in calce alle mail. Il giornalista, forse confuso da tanto subbuglio, scrive .org. E così amici e colleghi si ritrovano senza coordinate.
Che siano stati i postumi del .doc?

Gli eventi si susseguono con rapidità. Una voce nel Web si fa sentire: non si riesce a visualizzare il sito (.com) in quanto è considerato “sex site”.
Ci mancava solo questo, che il sito avesse lo stesso indirizzo IP di un sito porno…

La webmaster si sta quasi rassegnando alla interminabile trafila burocratica, quando arriva la tanto attesa esclamazione del giornalista: “Ce l’ho fatta!” Il dominio .it è finalmente attivato.

E come si potrà andare avanti con il lavoro se il matematico non è rintracciabile ed è lui a possedere tutte le password? Per fortuna che la webmaster ha accesso al database. Grazie a un copia-incolla crittografico riesce a sbloccare il sito. A questo punto prende in mano la situazione e in poche mosse sistema tutto.

Cos’altro può mancare? Una performance di WordPress! La tag cloud si mette pure a dare i numeri.

Number cloud

Che sia un omaggio al matematico? Bah, quasi quasi si potrebbe giocare questi numeri.

Insomma, se un problema poteva presentarsi, si è presentato… però un lavoro con così tanti colpi di scena è stato davvero entusiasmante.

Ora che la missione è stata portata a termine, Phileas aspetta la webmaster… per una meritata vacanza!

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