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Cronaca di un matrimonio

  • 16/10/2011

Sesto San Giovanni, 13 ottobre 2011 – Matrimonio di Francesca e Marco

Era il 4 giugno 2007 quando, al matrimonio di Adriana e Giovanni, Marco fece il testimone dello sposo e Francesca prese il bouquet della sposa. È il 13 ottobre 2011, Marco e Francesca si uniscono in matrimonio.

È stato un matrimonio con rito civile, seguito da un brindisi a casa degli sposi con parenti e amici. Nulla a che vedere con i matrimoni con trecento invitati, niente cocchio con cavalli bianchi, niente lancio delle colombe, niente fuochi d’artificio. È stato un matrimonio sobrio e sentito, dove gli invitati sono andati per stare con gli sposi una giornata, non per mangiare alle tre del pomeriggio perché gli sposi sono andati al castello a fare le foto… non sono rari infatti i matrimoni in cui gli sposi, dopo la cerimonia, spariscono per qualche ora e si presentano nel pomeriggio dopo essere andati a fare delle splendide foto softs focus nei posti belli. È stato un matrimonio molto digitale, a differenza di tanti matrimoni il cui ricordo è finito in un libro di fotografie rilegato in pelle che ora giace sopra un mobile e che ha annoiato gli ospiti che sono andati a trovare gli sposi per i successivi dieci anni.

Sono passati poco più di quattro anni e, da sorella del testimone e fotografa non ufficiale, eccomi qui a ricoprire il ruolo di sorella dello sposo con il compito di riprendere con una videocamera le scene salienti del matrimonio. Come nei migliori film, è un classico che nel video ci sia la commozione della madre, il primo piano delle fedi sul cuscino, il primo piano dello sguardo dello sposo, il piano americano degli sposi che si guardano, il primo piano delle mani che slacciano le fedi dal cuscino, il primo piano della lacrima sulla guancia della sposa, il campo largo dei parenti, il primo piano della fede che entra nel dito… Ma questo è solo un copione, è evidente che a un matrimonio i tempi cinematografici non ci sono: nella realtà questa scena dura circa cinque secondi e non puoi dire “Stop, rifacciamo la scena della madre commossa!”. Per questo motivo, per svolgere degnamente il mio incarico, mi sono armata della bravura di quella che deve essere pronta a trovare la soluzione anche se il cugino in sovrappeso della sposa si piazza davanti alla telecamera su cavalletto per scattare la sua fotografia con la macchina a rullino (e chiaramente gli finisce pure il rullino quindi ti blocca per tre minuti perché deve tirare fuori dalla tasca la pellicola per le successive trentasei pose).

Ma ora torno blogger e inzio la cronaca di questa giornata.

Alle ore 11 di giovedì scorso si è celebrato il matrimonio di Francesca e Marco a Sesto San Giovanni, presso la Villa Purricelli Guerra nella sala del camino. Ma per fortuna non c’è stato bisogno del camino, visto il clima caldo e poco autunnale, apprezzato sia dagli sposi sia dagli invitati, che ha caratterizzato il felice evento.

L’entrata in sala degli sposi con in braccio in piccolo Francesco è stata accompagnata dalle note di una piacevole melodia di violoncello.

Matrimonio

Oltre agli sposi, protagonisti della cerimonia sono stati tre loro amici: Paolo, che ha svolto egregiamente il ruolo di ufficiale dello stato civile, Concetta e Giovanni, testimoni di nozze.

Lo scambio delle fedi è stato seguito da una scena che non è certamente sfuggita agli amici dello sposo: Marco si è girato verso gli invitati e si è portato la mano tra la fronte e la tempia, come ad asciugarsi il sudore.

Ma, per un attimo, la tensione si è potuta rilevare anche sul volto del testimone dello sposo durante la lettura dell’atto di matrimonio. Non appena l’incaricata del comune ha letto “Giovanni… residente a Monza”, Giovanni con un filo di voce è riuscito a dire: “No, non più”. Marco si è girato subito verso di lui e ha cercato di tranquillizzarlo, temendo che quel minimo errore potesse invalidare il matrimono.

All’uscita ad attendere gli sposi ci sono state le bolle di sapone

Bolle di sapone

Il lancio del bouquet è stato forse l’unico momento di cui non c’è un video perché è stato vissuto da tutti. Non appena Francesca ha detto: “io lancio il bouquet per gli uomini e per le donne, visto che io sono per la parità dei sessi”, si sono schierati tutti con la ferma volontà di prenderlo. Non è stata per nulla scontata la battuta di Giangio, poco prima che venisse lanciato in aria il bouquet: “se si mette davanti Massimo non lo piglia nessuno”… infatti, è molto probabile che se uno alto oltre un metro e novanta si mette in prima fila a saltare, ha la meglio sugli altri. E così è stato. Da parte mia ce l’ho messa tutta, e lo può confermare chi ha ricevuto qualche mia gomitata o pestata sui piedi, ma si sa che il bouquet, alla fine, lo prende chi lo desidera veramente, per cui Massimo se lo è pienamente meritato.

Bouquet

A seguire il bacio che, devo ammettere, per un attimo mi ha ricordato il celebre Bacio di Francesco Hayez. Saranno stati il colore dell’abito, le pieghe del vestito, le mani attorno alle spalle e alle guance, sarà stata l’angolazione, sarà stata l’atmosfera, sarà che è una coppia che è appassionata di arte.

Il Bacio "Il Bacio" di Francesco Hayez

Dopo la cerimonia ci si è ritrovati a casa degli sposi per un rinfresco. La casa era accogliente e c’erano molti fiori, ma quando la sposa si è accorta che la casa stava assomigliando troppo a un vivaio, ha esclamato: “No, anche questo abbiamo rubato al comune!”. Al termine della cerimonia, qualche invitato deve aver preso tutti i fiori che erano nella sala comunale per portarli a casa degli sposi.

Fiori

La torta era a quattro piani e due gusti: cioccolato e lamponi. Erano entrambi buonissimi, però la mia fetta di torta ai lamponi aveva tutto l’aspetto e il gusto di una torta alla crema con le fragole. Cos’è successo? ero già un po’ “brilla” dopo un bicchiere di spumante e non ho saputo riconoscere i due frutti oppure era realmente con le fragole?

Torta

Durante il brindisi a casa, gli invitati hanno avuto modo di conoscere molte persone e chiacchierare assieme. La formula “rinfresco in piedi” è stata dunque molto azzeccata e ha dato l’idea di essere una festa, un gioioso modo di salutare gli sposi.

Brindisi

Al termine della giornata, la stanchezza ha iniziato a farsi sentire a partire dai piedi un po’ per tutti. A un certo punto erano più le persone che giravano per casa scalze che quelle con i tacchi. Un’invitata ha preferito persino fare a piedi undici piani con le scarpe in mano che prendere l’ascensore con i tacchi ai piedi.

Concludo confidandovi che mi sono commossa, non durante la cerimonia, ma alla fine della giornata. Non so come, ma mi sono ritrovata in una stanza con gli sposi e poche altre persone quando Marco ha preso un foglietto scritto con una penna verde e ha iniziato a leggere “Caro Cosimino…”, poi ha proseguito con “sarà beata chi ti sposa…” ecc.
Mi fa piacere sapere che Marco abbia conservato quel foglietto per tanto tempo, che abbia saputo tirarlo fuori al momento giusto, leggerlo e fare quello che c’era scritto… mi fa piacere che in quel giorno importante sia stata ricordata Pippa Bacca, l’amica che ha fatto conoscere Marco e Francesca.

L’album fotografico lo trovate qui.

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