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Indovina chi?

  • 30/09/2009

Una statua bronzea, un autoritratto, un sarcofago egizio, un gatto bianco: cosa hanno in comune queste immagini?

Statua bronzea Autoritratto Sarcofago egizio Gatto bianco

Apparentemente nulla, ma per Picasa e iPhoto le immagini contengono dei volti.

La più recente e accattivante funzionalità di questi gestori di immagini è, senza ombra di dubbio, l’algoritmo del riconoscimento facciale che, analizzando le foto, individua i volti e permette di taggarli.
Naturalmente il face detection è stato pensato per i volti umani, ma sappiamo bene che anche la tecnologia cade in errore… forse andrebbe rivista la locuzione latina “errare humanum est…”.

Dopo aver taggato una parte significativa delle mie foto, posso dire con tutta franchezza che il riconoscimento facciale di Picasa e iPhoto funziona molto bene. Chiaramente va istruito: più foto possiede di una persona, più sarà in grado di riconoscerla in altre foto, ma è sorprendente come riesca a riconoscere in un autoritratto una persona ad esso già nota (non so se dare il merito all’autrice dell’autoritratto, che tra l’altro non è un’artista, o all’algoritmo). Certo, ha i suoi punti deboli: basta che una volta si tagga una persona con gli occhiali da sole, che ogni qual volta troverà un volto con quel tipo di occhiali proporrà quel nome. Poi vabbe’… ci sono persone con una fronte o un naso così importanti che è ben difficile che sbagli.

Vedermi associate fotografie di una bimba gioconda, una Minnie e una biondissima liceale, da una parte mi ha confortato, dall’altra mi ha fatto riflettere su quanto sia effettivamente cambiata negli anni.

Gioconda Minnie Bionda

Ricostruire la propria timeline fotografica, ora è facile e veloce. Ripercorrendo i vari momenti immortalati nelle foto troveranno spazio commenti di un certo spessore quali “come stavo male con l’apparecchio ai denti!” e “possibile che a vent’anni di distanza a mia madre vada ancora bene quel prendisole azzurro?”, si presenteranno improvvisi ricordi nostalgici e spunteranno impietosi ritratti che si vorrebbero far sparire per sempre, ma ormai è troppo tardi… ci sono troppi backup in giro.

E man mano che si aggiungono foto, il proprio libro di facce prende forma… e senza nemmeno dover chiedere l’amicizia. Saltano fuori tante di quelle facce da non immaginare e solo a quel punto ci si rende conto di quante persone si conoscono, anche se, tutto sommato, sembra ingiustificato quel migliaio o giù di lì di proprie foto personali.

Ora che si è diffusa la tendenza di mandare agli amici — in occasione di compleanni, anniversari ecc. — foto imbarazzanti che rievocano eventi del loro passato, cercare nel proprio archivio fotografico non è mai stato così semplice.

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